Seegfrörni


Parola impronunciabile che nel dialetto svizzero tedesco (segnatamente in quello zurighese) significa lago congelato. Da queste parti, però e oramai, lo si associa da anni al Seegfrörni per eccellenza: quello del congelamento totale dell'intera superficie del lago zurighese. Il fenomeno si verificò per l'ultima volta esattamente 49 anni fa, nel pieno del più lungo e rigido inverno dell'intero XX secolo in Europa centro-occidentale (in cui ghiacciò parzialmente per l'ultima volta il Tamigi), iniziato a novembre 1962 e finito a marzo 1963: il lago iniziò a congelare attorno a Natale per poi raggiungere i fatidici 12-13 cm di spessore necessario per spostarsi al di sopra con sicurezza ad inizio febbraio, quando 100'000 persone vi si riversarono a camminare e scivolare, il sabato 10 febbraio, con uno spessore di 25 cm, se ne aggiunsero altre 50'000 e il lago rimase congelato e praticabile fin quasi a metà marzo.




Quell'inverno compete certamente con quello storico del 1929 che però - sebbene a tratti e in alcune zone con punte di gelo anche maggiore - fu meno lungo. Lontanissimi gli inverni freddi dei primi 6-7 decenni del XX secolo, connotati da uno (es. negli anni 10, 30, 60 o 50, vedi il famoso febbraio 1956) o al massimo 2 mesi (es. negli anni 00 o 40) veramente rigidi. Per non parlare di quelli di fine anni 70 o di metà anni 80, caratterizzati a tratti da gran gelo (es. gennaio 1979, 1985, 1987 o febbraio 1986) ma della durata di poco più che una o due settimane, magari ad un paio di riprese intervallate da periodi parecchio più miti. Dopo la metà degli anni 80, in gran parte dell'area menzionata, solo nel nuovo secolo ma parzialmente (2005/06, con il gelo confinato sull'Europa orientale) o sporadicamente (dicembre 2010 e poi il nulla, febbraio 2012 preceduto da un'autunno protratto) il gelo si è transitoriamente ripresentato. Fa un po' eccezione l'inverno 2009/10: quella fu l'unica stagione che presentò la rara configurazione di pattern bloccante persistente vagamente simile al mitico 1962/63, ma l'ondata di gelo iniziò comunque un mesetto dopo (poco prima di metà dicembre) e - complice l'epoca assai diversa - rimase assai lontana da quella storica di quasi 50 anni fa.





Le cronache del passato ci mostrano che il lago gelava completamente (anche in piena MCA!) in media da una a tre volte al secolo, se consideriamo il congelamento quasi totale si ha una gelata in media ogni 13 anni se partiamo da inizio XV secolo. Si contano 45 congelamenti parziali da inizio del XIII secolo, dei quali più della metà furono totali (in neretto). Nel XX secolo solo nel 1929 e nel 1962/63 il congelamento fu totale.

1223, 1227/28, 1233/34
•1362/63
1407, 1431/32, 1435, 1443, 1465, 1470/71, 1491
1514, 1517, 1551, 1563, 1567, 1571, 1572/73, 1587
1600, 1608, 1659/60, 1681, 1683/84, 1687, 1691, 1694/95
1709, 1716, 1718, 1739/40, 1754/55, 1762/63, 1776, 1784, 1788/89, 1799
•1801/02, 1810, 1830, 1880, 1891, 1895
•1907, 1909, 1914, 1929, 1941, 1962/63

Si nota la quasi totale assenza nel XIV secolo (un solo caso, non totale), la frequenza abbastanza regolare dall'inizio del XV secolo (in media una volta ogni 13 anni) e la drastica riduzione nella seconda metà dell'ultimo secolo.

Per un confronto, ecco le gelate del vicino e ben più grande Lago di Costanza (in corsivo anni comuni):

•1217, 1227, 1277
•1323, 1325, 1378, 1379, 1383
•1409, 1431, 1435, 1460, 1465, 1470, 1479
•1512, 1553, 1560, 1564, 1565, 1571, 1573
1684, 1695
1788
1830, 1880
1963


I Seegfrörni del 1880 risp. del 1891

Oggi, dopo un 2011 caldissimo (al top in molte regioni europee, Svizzera compresa), un'estate (in)finita a fine ottobre e un autunno terminato 2 settimane fa, l'intensa e rapida ondata di gelo di questo "freddaio" sembra quasi da PEG :-D
E anche a Zurigo ci si comincia a chiedere se - dopo le varie occasioni mancate degli ultimi decenni e anni (ultime due: 2005/06 e soprattutto 2009/10) - le giornate di ghiaccio di queste ultime settimane (con la colonnina di mercurio sempre attorno ai -10 gradi) basteranno per far ghiacciare il lago e per poter vedere lo spettacolo degli zurighesi lanciati a piena velocità sulle slitte o sfrecciare sui pattini lungo "la banana" verso sud.





Siccome l'acqua ha la densità massima a +4 gradi, un lago deve raffreddarsi in primis in profondità, altrimenti l'acqua calda continuerebbe a salire. Secondo la stazione limnologica, attualmente il lago, ad una profondità di 70 m, ha una temperatura di +4.9 gradi che scende a +4.3 gradi alla profondità massima di 136 m. Affinché si possa formare uno strato di ghiaccio sufficientemente lontano dalla riva, occorre che si raffreddino di quasi un ulteriore grado i 3 km^3 di acqua del lago. Dal punto di vista fisico, appare francamente molto molto difficile riuscire a raffreddare una tale massa d'acqua. Occorrerebbe che l'attuale rigido tempo di origine siberiana si protraesse fino a primavera inoltrata...


Niente da fare anche stavolta, dunque. Le alte temperature delle settimane precedenti, oltre che la ben nota capacità termica dell'acqua e l'impossibilità di garantire giornate di gelo ancora per settimane (ci vogliono temperature medie giornaliere sotto i -10 gradi per almeno 30 giorni consecutivi affinché il lago di Zurigo possa ghiacciare e oltretutto attualmente la temperatura dell'acqua, come detto, è di quasi +5 gradi), fanno da subito tramontare ogni speranza in tal senso. Gli esperti dell'istituto di limnologia dell'Università cittadina si spingono perfino a sostenere che, a causa dei cambiamenti climatici, dell'aumento di temperatura anche dell'acqua dei laghi (negli ultimi 40 anni, le acque superficiali e fino a 20 m di profondità del lago si sono scaldate di 2 gradi) e dell'ipoteca futura sul GW, il fenomeno non si ripeterà mai più.
Previsione forse un po' drastica, mai dire mai direbbe qualcuno da qualche parte. Aspettiamo quindi fiduciosi la prossima PEG più volte annunciata dalle solite centraline e sempre rimandata, prima di comprare i pattini speciali e di investire nella granita naturale invernale di Zurigo.

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