Verweile doch!

Werd ich zum Augenblicke sagen: Verweile doch! 
(se dirò all'attimo: fermati dunque!) 
(Faust)


Il Faust di Goethe è un poema che ho sempre adorato. Letto e riletto, visto in molte rappresentazioni teatrali e cinematografiche, è un capolavoro potentissimo e visionario, molto vicino all'allegoria e - come tale - parla un linguaggio universale senza tempo, una sorta di Iliade moderna.

Una delle tante metafore che suscita è quella dell'approccio moderno che relaziona l'uomo e il suo ambiente. Così come il famoso patto fra Faust e il diavolo è il tema centrale dell'opera, così la questione centrale di questo rapporto è diventata - nel XX secolo - l'ambivalenza che soggiace la relazione. Allo stesso modo, Mefistofele permette a Faust di sfruttare il potere - prima latente  - della tecnica per i suoi desideri di onnipotenza tipici dell'anelito di dominio che l'uomo esercita nei confronti della natura (serbatoio illimitato di risorse, territorio da modificare e plasmare in continuazione...), in cambio della sua anima e dunque del suo tempo. Il paragone con il progresso della tecnica invasiva sulla e nella natura grazie alle possibilità erogate dallo sfruttamento delle sue stesse componenti, è sin troppo evidente. E così arriviamo alla minaccia globale postmoderna, dettata da un ambiente naturale a rischio di annichilimento per depauperazione, depletion e pollution (dicono ancora qualcosa, oggi, i nomi di Aurelio Peccei e del Club di Roma, di Ilya Prigogine, di Nicholas Georgescu-Roegen, di Herman Daly?) e di una biosfera a rischio di annientamento oggi anche e soprattutto a causa del rischio climatico globale. Tutto ciò come conseguenza di sperpero di risorse e dell'utilizzo massiccio del capitale naturale, al posto degli interessi. Politiche energetiche figlie del positivismo del secolo scorso. Nell'era della sistemica, della cibernetica (nessuno ne parla più?), della complessità e della non linearità, occorrerebbero altri indirizzi. E maggior consapevolezza delle proprie azioni.

Jim Hansen usa spesso il tema del patto faustiano nelle sue conferenze e nei suoi speech, per es. lo ha usato alla Bjerknes Lecture dell'AGU di due anni fa, ma ne ha anche accennato recentemente nella sua breve tournée italiana (come ha riportato per es. l'oca qui). Lo usa in maniera molto appropriata ed efficace, proprio nello spirito a cui facevo riferimenti prima.
In questo post (dedicato alla shape of thing to come) ne avevo già accennato, per cui evito di riprendere il tema del patto sancito fra l'uomo-faust e l'industrializzazione fossile (con GHGs e aerosol annessi)-mefisotofele. Ne parla esplicitamente lo stesso Hansen nei suoi documenti.

Anche nel suo recente libro "Tempeste" riprende la metafora del patto faustiano, ma evidentemente - in questo caso - siccome Hansen non ha letto il basicc'è chi ne dà delle interpretazioni a geometria variabile, figlie della ben nota tattica della decontestipolazione.
O si vorrebbe magari far credere che i discepoli dei colonnelli della centralina disinformante non hanno mai letto il Faust? Magari non conoscono Goethe? Forse non sanno nemmeno che ha scritto - da bravo e grande meteorologo ante-litteram - sulla "forma delle nuvole?"


"C'è una legge per i diavoli e per gli spiriti: di là donde sono entrati, devono uscire.
 La prima cosa è di nostra scelta, per la seconda siamo vincolati" 
(Mefistofele)

Secondo principio della termodinamica ante litteram by Goethe.

Commenti

  1. "meteorologo ante literam"
    là t'exagères
    http://classics.mit.edu/Aristotle/meteorology.html

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  2. Obviously, la Grecia innanzitutto. E molto molto dopo gli inglesi. Ma io intendevo dire: uno degli ultimi meteorologi ante-litteram. E aggiungere: appassionato interprete (a suo modo) del linguaggio della natura. Il libercolo è davvero molto interessante e ricco di annotazioni, descrizioni e interpretazioni.

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