Xynthia e le altre


E dopo fuoco, terra e acqua non poteva mancare l'aria, in quello che sembra un periodo in cui la natura scatena tutta la sua forza matrigna attraverso i suoi 4 elementi.

Lo scorso weekend l'Europa occidentale (e in particolare la Francia atlantica) è stata toccata e colpita duro (45 vittime) da Xynthia, una delle più intense tempeste invernali extra-tropicali degli ultimi anni. Non una novità, of course: ricordiamo, brevemente, come almeno negli ultimi 20 inverni eventi simili siano stati purtroppo frequenti sull'Europa, con il famoso Lothar99 a detenere il triste record di danni e morti e che mise a soqquadro mezzo continente:

Gennaio 2009: Klaus (Francia e Spagna, 12 vittime)
Gennaio 2007: Kyrill (Inghilterra e Germania, 53 vittime)
Gennaio 2005: Erwin (Svezia, 17 vittime)
Dicembre 2004: Dagmar (Francia, 6 vittime)
26-28 dicembre 1999: Lothar (Francia, Svizzera, Germania, Italia..., venti > a 200 km/h, più di 100 morti).

Dicembre 1998, gennaio 1998, dicembre 1997, gennaio 1995, gennaio 1994, 10-11 gennaio 1993 (storm of the century, pressione al centro del ciclone: 912 hPa!!), gennaio 1992, 25 gennaio 1990 (l'intero inverno 1989/90 fu uno dei più stormy in Europa nordoccidentale, Daria Vivian e Wiebke su susseguirono fra gennaio e febbraio 1990: Vivian - il 27 febbraio - è, ad oggi, la seconda storm più devastante in Svizzera dopo Lothar), febbraio 1989, ottobre 1987, dicembre 1986 and so on...

Qui un'interessante e rapida panoramica scritta dal noto meteorologo Giuliacci, qui un thread dedicato sul forum di MNW, qui e qui due studi sulla loro variabilità (abstracts in pdf, full texts in abbonamento).

In realtà, come mostra l'articolo di Giuliacci, le cronache ci indicano che questi eventi sono tutt'altro che rari in Europa. Detto che la loro incidenza varia nel tempo, in considerazione di aspetti quali miglioramenti nella previsione/informazione/prevenzione/allarme (che hanno ridotto gli impatti) o quali la vulnerabilità di un territorio sempre più urbanizzato e con sempre più insediamenti di beni (che ha invece aumentato la probabilità di impatti dannosi), possiamo chiederci se ci sia o meno un legame con i cambiamenti climatici e il GW.
Le ipotesi su un loro impatto da parte del trend di riscaldamento futuro non sono per nulla concordi e definitive, ma ci sono alcuni studi che propenderebbero per una frequenza invariata (o persino leggermente ridotta) accompagnata però da un'intensità maggiore.
Si veda ad es. questo e quest'altro lavoro.

MS vi lascia con una bellissima citazione climafluttuante tratta da quell'opera che è un vero e proprio inno della Natura tardoromantico (scritta nel 1860) nonché pietra miliare della magniloquenza dell'elemento più sensuale e solenne dei 4 dell'alchimia: sto parlando di un libro che sarebbe bello tanti oggi riscoprissero e leggessero. La citazione descrive l'osservazione della grande tempesta atlantica dell'ottobre 1859 dal piccolo porto di Saint-Georges, vicino a Royan, sulla costa francese guascona:

"La tempesta che ho visto meglio è quella che infierì nell'Ovest il 24 e 25 ottobre 1859, riprese più furiosa e con orribile grandezza venerdì 28 ottobre, durò il 29, 30 e 31 implacabile, infaticabile: sei giorni e sei notti, salvo un breve momento di tregua. Tutte le nostre coste occidentali furono disseminate di naufragi. Sia prima che dopo ebbero luogo gravissime perturbazioni barometriche; i fili telegrafici furono strappati o resi inservibili, le comunicazioni interrotte. Quell'ottobre era stato preceduto da annate calde. Con quella tempesta s'entrò in un periodo molto diverso, di tempo freddo e piovoso. L'anno 1860, almeno fino al giorno in cui sto scrivendo, è in balia di venti ostinati da ovest e da sud che sembrano volerci gettare addosso tutte le piogge dell'Atlantico e del grande Oceano australe."

Commenti

Post popolari in questo blog

SYS 64738