Finito il GW? /2

Un post che non dovrei neanche scrivere, ma tant'è. Se ne sentono di tutti i colori in giro. Complici (anche e tanto!) i media, per i quali la differenza fra tempo e clima non esiste.







L'inverno corrente, ad 1/3 dalla fine, risulta essere molto freddo in Europa centro-settentrionale, tipico da NAO- (come da outlook, vedi post del 7/12). Ma anche in Asia settentrionale (sul nordovest della Siberia) e orientale (Cina settentrionale), così come negli USA meridionali (per es. in Florida).
















Una situazione che, in passato, si è spesso verificata in occasione di importanti e specifici driver della variabilità interannuale, quali El Nino e la fase orientale della QBO stratosferica equatoriale associata a bassa attività solare. La carta seguente, per es. (tratta da un lavoro di Brönnimann et al. 2007), mostra il segnale medio del Nino sugli inverni europei degli ultimi secoli (in blu più freddo della media, in rosso più caldo).













Certo, nella Mitteleuropa siamo su valori, finora, decisamente notevoli (ma per nulla eccezionali, come mostrano i seguenti grafici delle temperature medie di dicembre e di gennaio di una delle serie più lunghe, quella di Potsdam, vicino a Berlino).



















Notiamo però che, globalmente, non si può certo dire che questo sia un inverno che segna la fine del GW.


Primo perché, di nuovo, si confonderebbe, dicendolo, clima con tempo.


Secondo perché si rischierebbe di fare un notevole torto a canadesi, groenlandesi, norvegesi delle Svalbard e in generale a chi risiede in tutta la zona artica, così come a chi vive nell'ampia fascia fra Nordafrica, Mediterraneo sudorientale e Asia centro-meridionale (così come, diffusamente, in gran parte delle regioni tropicali).

Terzo perché, in considerazione di quanto detto prima e del fatto che a livello globale non sta facendo per nulla freddo, decisamente non è un inverno che mette minimamente in crisi il GW.

Infine una curiosità: è tutt'altro che raro avere in inverno una fluttuazione si segno opposto fra Europa e media globale. Tipici furono, ad es., buona parte degli anni 40 (al top termico relativo su scala globale, ma inverni molto freddi in Europa) e, all'opposto, gran parte degli anni 70 (ultimo decennio dei 3 di stasi termica su scala globale, ma inverni molto miti in Europa), mentre per es. sia gli anni 60 (freddi) che gli anni 90 (caldi) si presentarono in sintonia.




***UPDATE***



Usciti i rilevamenti satellitari di gennaio 2010. Ovviamente non rappresentano i valori superficiali o le T2m, bensì della troposfera (ci ritornerò nella parte 3 del post).































Si tratta del gennaio più caldo della serie (dal 1979), sia per UAH (+0.72 gradi C) che per RSS (+0.64 gradi C). Naturalmente si tratta in primis degli effetti laggati che il Nino induce nella troposfera, ma è abbastanza singolare e curioso il fatto che ci si sia avvicinati al periodo record del 1997/98 (con peak nel febbraio 1998) che fu tale a causa di quel Nino monstre (il più intenso del XX secolo, avvicinato solo dall'evento del 1982/83 che però avvenne in un periodo nel quale la troposfera era già influenzata dall'eruzione vulcanica di El Chichon della primavera 1982). Il moderato Nino attuale è invece assai lontano da quello di 12 anni fa ed inoltre si è pur sempre in un periodo di minimo davvero notevole e protratto dell'attività solare, eppure....




Se non è, questo, un ulteriore segnale del fatto che il GW è tutt'altro che morto e sepolto...



***UPDATE #2***


Anomalie termiche di gennaio 2010 della bassa troposfera, canale satellitare UAH LT:



***UPDATE #3***

Anomalie termiche superficiali di gennaio 2010, dataset NOAA:




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