Flatlandia /1


"Il mondo...è una superficie piana come quella di una carta geografica, sulla quale i flatlandesi scivolano senza sovrapporsi. La loro è una società rigidamente gerarchica: la casta più vile è quella delle donne, semplici righette con sulla punta un occhio, come aghi; viste dall'altro estremo, le donne diventano invisibili, così che a loro basta rivoltarsi per scomparire. Se un maschio per caso si imbatte nell'invisibile didietro di una donna, può rimanerne trafitto, perciò la legge impone alle femmine l'obbligo di dimenarsi sinuosamente, senza sosta, per evitare incidenti".


Nel 1882 il reverendo inglese Edwin Abbott Abbott dà alle stampe questo famosissimo "racconto fantastico a più dimensioni" intitolato Flatland (1), divenuto, nel tempo, un classico racconto di speculazione e immaginazione fantascientifica/immaginifica/matematica, un "libro unico, un'invenzione provocatoria, un problema deliziosamente esasperante" (G. Manganelli, 1). Il racconto narra la vita di un abitante di un ipotetico universo piatto, bidimensionale, con tutte le caratteristiche bizzarre associate.

Questo bellissimo racconto è riemerso casualmente nella mia mente qualche giorno fa, proprio nel momento in cui sentivo, alla radio - in occasione dell'inizio del summit climatico di Copenhagen -, il premier britannico Gordon Brown che paragonava i N-AGW (leggasi: Negazionisti del GW influenzato dalle attività Antropiche) a coloro che, ancora in epoca medievale, negavano la sfericità della Terra e quindi sposavano l'idea della flatearth...

Ora: mi sa che Brown, suo malgrado, non ha mica avuto tutti i torti! O, detto in altri termini: come Colombo a suo tempo, avendo torto ha avuto ragione. Perché dico questo?

L'idea della Terra piatta è stata inventata di sana pianta non prima del 1830 (2, 3, 4), pochi decenni prima che Abbott scrivesse il bel libro citato ad inizio post. Nessuno, prima di allora (e dall'epoca classica dell'Antica Grecia, perlomeno da Parmenide e Pitagora in poi), sentiva il bisogno di mettere in dubbio la sfericità del globo o di asserire, contro una *presunta* opinione precedente, che la Terra fosse tonda. Era implicito. L'inferno di Dante ricorda qualcosa? Ed è solo in tempi recenti (meno di due secoli) che si inizia ad attribuire al Medioevo la strana credenza della Terra Piatta, costruendone, de facto, il mito. Da allora il mito si diffonde: i motivi si trovano nei testi citati in nota ma non interessa affrontarli qui e ora.

Cosa c'entra questo discorso con il tema del N-AGW?
Il tema dell'AGW, nelle sue ampie ramificazioni (dal fenomeno dell'effetto serra, al suo rafforzamento in conseguenza dell'accumulo di gas serra in atmosfera - CO2 in primis - fino alla forzatura energetica e termica e quindi al GW) è piuttosto vecchiotto. Come non ricordare i padri del fenomeno (i primi dei quali citati a margine nel blog)?

Dal fisico francese Fourier (1824) a cui si deve la prima descrizione del fenomeno dell'effetto serra, al fisico irlandese Tyndall (1861) che, per primo, dimostra sperimentalmente l'effetto radiativo dei GHG; dai chimici svedesi Arrhenius (1896) e Angstrom (1900) che già più di un secolo fa preconizzano il futuro GW indotto dall'accumulo industriale della CO2 in atmosfera, all'ingegnere britannico Callender (1938) al quale si deve la prima stretta correlazione fra incremento di CO2 in atmosfera e aumento termico registrato su 147 stazioni meteo sparse nel mondo; dai calcoli del ricercatore americano Plass (1955) al quale si devono le prime stime dell'aumento del GW indotto dall'incremento dei GHG in atmosfera, alle conclusioni che già nel 1957 l'oceanografo Revelle e il chimico Suess, americani, traevano sul gigantesco esperimento geofisico che il genere umano sta(va) conducendo su se stesso e sul suo ambiente; dall'inizio delle misurazioni dirette sul Mauna Loa da parte di Keeling (1958) al primo modello numerico di simulazione climatica futura al gfdl da parte dei climatologi Suki Manabe e Richard Wetherald (1967).
Insomma: progressivamente, e inevitabilmente (come in ogni ambito scientifico), il tempo produce sempre più consenso sul tema in questione. Fino a diventare, almeno già da 30 anni a questa parte (con il cosiddetto Rapporto Charney della NAS) , un paradigma della scienza contemporanea.

Nella prossima parte approfondirò la questione dei N-AGW. E concluderò la curiosa similitudine con il mito della Flat Earth.


To be continued, stay tuned.....


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